Fumetti, Migliorarsi imparando

Mamme, scuole e Suv

Sono riaperte le scuole da 3 giorni (almeno qui in Toscana) e tutti i buoni propositi estivi di non ripristinare la pena di morte vanno a farsi benedire: le mamme col Suv, infatti, non meritano alcuna pietà e/o bontà.
La pena di morte è generalmente sbagliata. Non si discute.
TRANNE CHE PER LE MAMME COL SUV.
Ogni essere umano indistintamente da sesso, età, etnia, estrazione sociale merita una seconda possibilità, un modo per redimersi delle proprie colpe, una chance di correggere il proprio cammino.
Tutti eccetto le mamme col Suv.

NIENTE DIRITTI UMANI ALLE MAMME COL SUV.

Le mamme col Suv sono il vero nemico dell’Occidente, non l’Isis o la Corea del Nord. Sono le mamme col Suv.
L’Isis non parcheggia in terza fila, praticamente in mezzo di strada, creando una coda di gente che deve andare a lavoro.
Kim Jong Un non ferma la macchina in mezzo di strada e poi guarda il telefono, si sistema i capelli, mette lo zaino al figlio, gli da la merenda, lo raccomanda, lo saluta, lo guarda fino a quando non è entrato a scuola, poi si rimira allo specchietto retrovisore, schiocca le labbra (giuro, non so perché, ma lo fanno tutte) e risponde ad almeno un messaggino su whatsapp.
L’uragano Florence non riparte senza mettere la freccia e senza guardare se sta passando qualcuno.
I migranti non partono di casa all’ultimo minuto e poi non rispettano precedenze e Stop per la fretta.
E nessuno di loro, dopo aver fatto tutto ciò, pretenderebbe per lo meno di essere nel giusto.
Niente è pericoloso come le mamme col Suv. Ministro Salvini, lasci stare tutto e si occupi dei veri problemi del paese: LE MAMME COL SUV.

Segue un bel disegno che ho fatto ieri e che spero renda bene l’idea di come la penso sull’argomento:

Scuola

Standard

Ah, la Settimana Enigmistica, compagna sempre presente dei nostri viaggi in treno, dei pomeriggi estivi, delle ore di religione e filosofia a scuola, delle pause tra una lezione e l’altra all’università. Insomma di tutti quei momenti in cui una persona normale si fracassa le palle dalla noia.
Dove saremmo oggi senza tutti i cruciverba, i rebus, il giochino dove si deve unire i puntini in ordine o quello dove c’è da colorare le zone col pallino? Forse impiccati allo spazio per le valigie sopra il sedile… Ma non lo sapremo mai perché, la Settimana Enigmistica, ci allietava, tenendoci lontani dal suicidio.
Ma più di tutte, a tenerci la mente libera da pensieri lesionisti, erano le vignette umoristiche. Quelle sì che facevano ridere, mica Colorado o Zelig o quel programma dove sono tutti terroni.

Potevo quindi forse esimermi io, fancazzista di professione, nel produrmi in uno dei tanti “tentativi di imitazione” di questo splendido giornale?
E visto che la Settimana Enigmistica costa ben due euro e con sta crisi due euro sono pur sempre una bella spesa, piano piano vi pubblicherò la buffissima collezione di vignette (o almeno quelle che sono riuscito a recuperare/salvare) disegnate durate tutti questi anni di studi/attese/treni/pomeriggi noiosi.

[MESSAGGIO AI NAVIGANTI: chi di voi dovesse ritrovare nel proprio quaderno o libro vignette sceme mie, può fotografarle e mandarmele?]

Ogni volta pubblicherò vignette appartenenti ad uno stesso filone narrativo.
Si comincia con primo, quello che ha ispirato tutto: rifare le vignette che più mi fecero ridere quando le lessi dal mitico settimanale.

Eccole:

L'siola deserta

L’sola deserta

Il banco degli oggetti smarriti

Il banco degli oggetti smarriti

Le ultime parole famose

Le ultime parole famose

 

Seguiranno le seguenti raccolte:

Fumetti, Risolvere la crisi, Tempo d'esami

Antologia del buon umore – l’imitazione

Immagine

Ridotto Pioggia

 


Ovvi ringraziamenti:

  • Thomas Alderighi che ha rinunciato agli ultimi 6 minuti di “Lost” per farmi usare lo scanner
  • Il foglio sull’idrossilazione della prolina che si è sacrificato per far funzionare lo scanner
  • L’umiltà di Marco Alderighi nell’accettare i miei suggerimenti su come far ripartire lo scanner
Fumetti

Raindrops keep falling on my head

Immagine

Si ringrazia Marco Alderighi che ha sprecato mezz’ora della sua vita per farmi usare lo scanner di suo fratello

Fumetti

Storia di un dì in biblioteca

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