Cose oggettivamente interessanti, Migliorarsi imparando

A wee walk home

I più navigati di questo blog si ricorderanno della meravigliosa impresa di Marco Alderighi che, nel lontano 2013, fu il primo uomo a completare la tratta Prato – Coventry in bicicletta. Ebbene, il nostro coraggioso eroe ha deciso di alzare ulteriormente l’asticella dell’epicità compiendo una seconda e più ardita impresa: dalla selvaggia Scozia ha deciso un giorno di aprile di incamminarsi verso casa per aggiungere un nuovo capitolo al fantastico libro delle imprese dell’Uomo su questa Terra. Pochi giorni fa si è concluso il suo cammino (che potete rivivere sulla pagina Facebook e Instagram di Marco) e subito dopo ha concesso in esclusa per Il Blog del Piera (di cui è anche correttore di bozze) un’intervista molto più lunga e loquace di tutte le altre fatte a testate meno importanti (La Nazione, Bisenziosette, Canale 5, Al Jazzera, BBC per nominarne alcune) e ci ha concesso l’utilizzo di alcune foto inedite scattate durante il suo lungo viaggio. Per l’occasione lo abbiamo raggiunto a pochi km dall’arrivo e ci siamo concessi di percorrere, intervistandolo, gli ultimi metri del suo incredibile percorso (per agevolare la lettura metteremo le domande in grassetto):

Ciao Andrea, grazie per il tempo concessoci. Innanzitutto complimenti per essere tornato.
Sappiamo che sei pieno di impegni quindi passiamo subito alla prima domanda: Ti fanno male le gambe ora che ti sei fermato?

Gambe e schiena mi fanno più male adesso che mentre camminavo. Le ginocchia invece ringraziano per lo stop!

Durante un’impresa così si impara ad apprezzare maggiormente le cose che magari si danno per scontate. Quanto ti sono mancato?
Ti ho pensato molto, soprattutto nei giorni pari. I giorni dispari erano dedicati agli altri.

In molti (ad es. Maria Giulia S., Andrea V., Lorenzo P., Claudia V. per fare alcuni nomi casuali) non credevano in te. Cosa vuoi dire a loro ora che sei un eroe nazionale?
L’invidia è una brutta bestia, ma io continuerò a trattarli, da buon lord quale sono, come se mi fossero stati sempre accanto. Questo, ovviamente, fino al primo momento in cui potrò rinfacciarglielo senza pietà.

Cosa si mangia per fare 35.000 km?
Tanto ottimo inglesissimo porridge per colazione, durante il giorno ci si rifà alla dieta dei contadini e dei pastori (pane, salame, formaggio) e la sera si va rigorosamente o di noodles da 60 cent al pacco o pasta condita col concentrato di pomodoro: energia pura!

Quanto costa camminare per 35.000 km?
Beh, dipende tutto dalla velocità. Io che li ho fatti in circa 6 mesi, ho speso più o meno quanto spendevo per mantenermi la casa a Glasgow.

Quanto ha inciso il rinvio della Brexit nella tua decisione di partire dalla Scozia?
Se avessi saputo che sarebbe stata rinviata non sarei partito!

La barba lunga ti dona, la terrai anche adesso che sei tornato?
Grazie, sei molto gentile. Sono nelle mani del barbiere.

In una cultura portata all’apparire, come hai affrontato lo scontro tra l’essere vestiti comodi e la sempre più richiesta bella presenza ed eleganza in ogni occasione?
Il mio portamento e la mia grazia innata mi permettono una maggiore libertà in fatto di abbigliamento: sono solitamente di un’eleganza ineccepibile in ogni momento e contesto. Il mio gusto italiano mi ha comunque aiutato ogni mattina nel trovare i giusti abbinamenti tra i vari accessori ed indumenti tecnici fluo.

Dei 35.000 km percorsi, qual è stato il chilometro che più ti rimarrà nel cuore?
Senza dubbio il km 1865.

Dopo la bicicletta e il trekking teoricamente ora dovresti passare al nuoto: idee?
Piuttosto che al nuoto stavo pensando al monopattino. Nello specifico: la traversata del Sahara in monopattino elettrico.

Quando sei partito per la Scozia il PD era al 60% circa dei consensi, ora invece sfiora il 20%. Il viaggio è stato anche un messaggio di speranza alla sinistra?
Temevo volessi incolparmi del crollo dei consensi. Il mio viaggio non è solo un messaggio di speranza per il PD, ma per tutte le forze politiche che hanno voglia di Fare per Fermare il Declino.

Cosa rispondi a chi l’ardire di bollare il fatto che tu abbia fatto 35.000 km come “fake news”?
No comment, non voglio prestarmi al gioco codardo delle malelingue.

Anche questa volta non ti sei degnato di mandare un messaggino a mia madre che si preoccupava per te. Come giustifichi questo tuo menefreghismo verso chi ti vuole bene?
Scusami Ilaria. Avevo detto a quello screanzato di tuo figlio di aggiornarti! Passo a trovarti prima di Natale!

Il tuo ritorno coincide con la terribile scomparsa dell’asino Orazio. Quanto meno felice della tua impresa sei adesso?
Non lo conoscevo bene, ma lo vedevo sempre la mattina mentre andava a lavoro, era un bravo asino. Non si meritava una fine così.

Il Belgio anche quest’anno ha vinto il premio come Paese migliore al mondo per camminare tantissimo, tu che ci sei passato reputi il premio meritato? Concordi con la giuria di esperti che ha assegnato il premio?
La mia risposta sarebbe concisa e volgare, ma cerco di contenermi. Mi trovo fortemente in disaccordo con questa assegnazione. Sono convinto che la giuria sia stata convinta innanzitutto dalla simpatia dei Belgi e corrotta con le tante prelibatezze culinarie che il Belgio offre. Ricorrerò alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Quanti stereotipi hai abbattuto durante questo viaggio? E quali invece hai confermato?
Sono più o meno tutti stati confermati. L’unico abbattuto è quello che vede la Scozia come coperta da un’eterna coltre di piovose nubi.

Ringraziamo Andrea per la pazienza e la sincerità e vi rimandiamo alla sua prossima imperdibile impresa.

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